I
SERVIZI DI LOTTOGIGI
STAI
ASCOLTANDO Walthdisney, Aristogatti
Gli
Aristogatti
Madame
Adelaide era una vecchia signora di grande classe e grande cuore, che abitava a
Parigi in una magnifica villa.
Viveva
circondata dai suoi adorati micetti: Duchessa, una stupenda gatta d'angora, e i
suoi piccoli, di nome Minou, Matisse e Bizet.
Con
loro vivevano anche Groviera, il topolino compagno di giochi dei gattini,
Frou-Frou, l'elegante giumenta, e ilo maggiordomo Edgar, sempre educato e
compito, ma dal cuore malvagio. Spesso uscivano tutti insieme
per fare una passeggiata in carrozza attraverso la città, e questo era
uno dei divertimenti entusiasmanti per i tre gattini.
Un
giorno Madame Adelaide mandò a chiamare un suo vecchio amico, il notaio
Hautecourt, poiché aveva deciso di fare testamento. Tutti i suoi beni
sarebbero andati a Duchessa e ai suoi piccoli, e dopo la loro morte, sarebbe
stato Edgar, il maggiordomo, a ereditare la fortuna di Madame.
"Come!
Io dovrei aspettare che muoiono quei noiosissimi gatti per avere
l'eredità?!" si arrabbiò Edgar
quando venne a conoscenza delle intenzioni di Madame.
Decise
allora di mettere a punto un piano criminoso per liberarsi di Duchessa e dei
gattini. Una sera versò un potente sonnifero nel latte destinato alla
loro cena.
E
fu così che Groviera il topino, Duchessa e la sua famigliola, dopo aver
bevuto il latte preparato dal maggiordomo, caddero in un sonno profondo.
Edgar,
allora, ne approfittò per sistemare i gatti in una cesta, che
caricò furtivamente sulla sua motocicletta, allontanandosi poi a tutta
velocità. Ben presto raggiunse la periferica della città e si
diresse verso la campagna.
Ma
all'improvviso, ecco apparire due simpatici e coraggiosi cani di campagna,
Napoleone e Lafayette, i quali, infastiditi dal rumore provocato dalla
motocicletta di Edgra, abbaiando come forsennati, aggredirono il briccone,
proprio quando si apprestava ad attraversare un ponte.
"Maledette
bestiacce!" urlava il maggiordomo mentre la motocicletta finiva fuori
strada.
La
cesta con i gatti cadde ai bordi del fiume sottostante, mentre, con i cani alle
calcagna, Edgar fu costretto a fare dietro-front e tornarsene a Parigi.
Quando
Duchessa finalmente si svegliò, rimase molto stupita di trovarsi in quel
posto.
Radunò
attorno a sé i suoi micetti spaventati e cercò di
tranquillizzarli. Stavano proprio decidendo sul da farsi, quando
improvvisamente si mise a piovere e allora, tutti insieme,
si ripararono nella cesta e si addormentarono.
Intanto, a Parigi, il temporale aveva
svegliato Madame, che si svegliò per controllare che i gattini non
avessero paura.
Quale
fu la sua preoccupazione quando vide il lettino vuoto!
Li cercò ansiosamente per tutta la classe:
"Micetti! Dove siete? Venite fuori!" chiamava disperata.
Il
mattino seguente, il sole era tornato a splendere, e Duchessa e i micetti si
accoccolarono su un tronco d'albero, godendosi il calduccio.
Mentre
stavano pensando a come tornare a casa, passò di lì un gatto
simpatico randagio come Romeo, che promise di aiutarli a trovare la via del
ritorno.
Proprio
allora, sopraggiunse un vecchio camion
traballante.
Romeo
balzò sul parabrezza e spaventò tanto il conducente con io suoi feroci miagolii, che questi fermò
l'autovettura. Allora, Romeo, Duchessa e i gattini si arrampicarono velocemente
sul camion, che riprese la sua corsa verso Parigi.
La
fortuna volle che fosse un camion di un lattaio.
I
mici si gettarono golosamente sui bidoni, ma nella foga ne rovesciarono uno e
il rumore richiamò l'attenzione del conducente.
"Andate
via!" gridò arrabbiatissimo, mettendoli in fuga.
Dopo
un lungo cammino, il piccolo gruppo arrivò esausta a Parigi; si era
ormai fatto buio e così Romeo propose a Duchessa di condurre i micetti a
casa sua per trascorrervi la notte.
La
gattina accettò di buon grado.
Giunti
a casa, vi trovarono Scat-Cat, un gattone randagio musicista, amico di Romeo,
che con la sua banda di gatti vagabondi stava suonando fantastici pezzi jazz.
"Salve!"
salutò Scat-Cat, e ricominciò a suonare per loro.
L'indomani
mattina, Duchessa, Minou, Matisse e Bizet, accompagnati da Romeo, si rimisero
in cammino e finalmente arrivarono a casa di Madame Adelaide.
"Grazie,
Romeo! Non dimenticheremo mai quanto hai fatto per noi!"
dissero al
nuovo amico. Poi si avviarono per rientrare, quando... ecco apparire Edgar, che
vedendoli di ritorno, passò subito al contrattacco: si nascose dietro la
porta e li rinchiuse in un sacco.
Il
perfido maggiordomo portò quindi il sacco nella rimessa e lo nascose
dietro un capace baule.
"Ora
vi sistemerò io!" Esclamò sghignazzando. Sul coperchio
attaccò un'etichetta con sopra scritto: "Destinazione
Timbuctù - Africa".
Fatto
questo, avvertì un'impresa di trasporti perchè venissero a
ritirare il baule.
Ma
Groviera, ilo topino, aveva visto tutto e accorse in aiuto di Duchessa.
"Va'
a chiamare Romeo, presto!" le disse la gattina.
Romeo,
una volta avvertito, mandò Groviera a chiamare anche Scat-Cat e la sua
banda per avere rinforzi.
Quando
arrivò la banda dei gatti randagi, Romeo si avventò contro il
malvagio maggiordomo, gridando: "Edgar, non avrai scampo!"
Frou-Frou
lanciò Edgar dritto diritto nel baule destinato a Timbuctù.
Allora, gli amici lo chiusero e lo spedirono.
Madame
Adelaide era così felice di avere di nuovo con sé i suoi adorati
gattini, che non solo accettò Romeo come uno della famiglia, ma decise
di accogliere nella sua grande e confortevole dimora tutti i gatti randagi
della città.