I
SERVIZI DI LOTTOGIGI
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ASCOLTANDO Walthdisney, La_carica_dei_101
Questa
è la storia della Carica dei 101.
Se
vuoi, puoi leggere questo libro assieme a me.
Quando
sentirai suonare un campanellino, così...,
dovrai voltare pagina.
Ed
ora, vogliamo cominciare?
Salve!
Il mio nome è Pongo. Sono un cane dalmata. Si,
uno di quei cani con le macchie. Vivo a Londra con il mio padrone, Rudy, un
bravo ragazzo che trascorre le sue giornate a comporre canzoni. Ogni tanto,
però, ci prendiamo un pò di svago andando nel parco a
passeggiare.
E
fu proprio nel parco, infatti, che io scoprii la mia anima gemella: Peggy, una
splendida cagnolina dalmata. La sua padroncina era una deliziosa ragazza di
nome Anita, ma Rudy non l'aveva neanche notata. Fui io a farli incontrare.
Un
pomeriggio, tirando forte il guinzaglio, feci sì che ilo mio padrone
inciampasse cadendo proprio addosso ad Anita.
Rudy: "Pongo, che cosa fai? Oh! Le chiedo scusa!"
E
così, si potrebbe dire che sono stato io l'artefice del loro matrimonio.
Molto presto infatti diventarono marito e moglie.
Peggy e io non avremmo potuto essere più felici. Eravamo sempre
indaffarati. Il nostro primo impegno fu quello di trasformare l'alloggio da
scapolo di Rudy in una vera casa. Non era certo un compito facile. Fu per
questo che venne assunta Nilla, cuoca e governante. Ben presto,
quel posto diventò una casa perfetta per due giovani coppie sposate.
Finalmente,
il grande giorno arrivò. Nilla, eccitatissima, corse in salotto.
Nilla: "Signora, signora venite! Sono nati i piccoli!"
Corremmo
tutti in cucina, io in testa. Là c'era Peggy, la mia orgogliosa Peggy
con quindici adorabili cucciolotti. A Rudy e io ci mettemmo a saltare dalla
gioia.
Rudy: "Pongo! Vecchio mio, congratulazioni!"
Ma
un forte colpo alla porta... interruppe la nostra festa. Nilla andò ad
aprire e si trovò davanti una vecchia compagna di scuola di Anita,
Crudelia De Mon.
Anita: "Oh!...
Oh, Rudy!
Ti sentirà!"
Peggy
tremò.
Peggy: "Pongo!
Non mi piace quella donna! Ho uno strano e brutto
presentimento."
Crudelia
entrò in cucina avvolta in un' ampia pelliccia.
Crudelia: "Anita carissima, ho sentito dire che i tuoi dalmati stanno aspettando dei
cuccioli. Voglio comprarli tutti, assolutamente!"
Quando
vide i nostri piccoli rimase stupita.
Crudelia: "Oh, Anita! Ma... sono bastardi! Non hanno le
macchie nere!"
Anita: "No, Crudelia. I dalmati nascono bianchi. Avranno le loro macchie fra
poche settimane," spiegò la nostra
padroncina!
Crudelia: "Bene. Li prenderò tutti!"
Rudy
vide l'aria atterrita di Peggy.
Rudy: "No, non venderemo i nostri cuccioli! Non ne avrete uno!"
Crudelia
sogghignò.
Crudelia: "Bene, tenetevi le vostre bestiole. Ma ve ne pentirete!"
Anita:
"Oh!"
Le
settimane seguenti passarono velocemente. I cuccioli crescevano e ben presto
cominciarono ad apparire la prime macchie sul
mantello.
Nilla
si occupava di loro come un'orgogliosa nonnina. Ogni cucciolo era diverso
dall'altro. Uno era sempre affamato, l'altro combinava guai, due di loro erano
inseparabili e così via! Ma a tutti, indistintamente, piaceva moltissimo
guardare la televisione. Il loro programma preferito era 'Fulmine il cane
prodigio'. Ogni settimana i cuccioli applaudivano il loro eroe che assicurava
un altro criminale alla giustizia.
Un
pomeriggio d'inverno, Anita, Rudy, io e Peggy andammo a fare una passeggiata
nel parco.
I cucciolo erano
rimasti a casa sotto l'occhio vigile di Nilla. Mentre eravamo fuori, due loschi
individui bussarono alla porta.
Orazio e Gaspere: "Scusi signora, siamo qui per il
contatore dell'energia elettrica. Dobbiamo fare i controlli."
Nilla: "No!
Oh, no! Non ci credo!" protestò Nilla, "Non
potete entrare!"
Ma
i due si introdussero in casa di prepotenza, imprigionarono Nilla in soffitta e
rubarono tutti i cuccioli.
Nessuno,
nemmeno la polizia, riuscì a risolvere il caso. I cuccioli sembravano
introvabili. Peggy e io eravamo disperati.
Pongo:
"Credo che tocchi a noi ora cercare di fare qualcosa,"
suggerii.
Al
tramonto con il nostro latrato avvertimento dell'accaduto tutti i cani di
Londra e dei villaggi vicini.
Il
nostro messaggio passò da cane a cane per tutta la città e i
dintorni. Era ormai tardi quando il richiamo giunse al villaggio di Suffolk e
lì, in una vecchia casa, vivevano un cane pastore, Colonnello, un gatto,
Sergente Tibbs, e un cavallo da guerra a riposo, Capitano.
Il
cane fu il primo a svegliarsi.
Colonnello: "Mm!
Ho capito è un allarme. Un ululato lungo, due brevi, un buhu e un bahau.
Quindi piccoli dalmati scomparsi!"
Sergente
Tibbs, il gatto si fece attento.
Sergente Tibbs: "Colonnello, signore.
Due
notti or sono ho udito un lamento di cuccioli nella vecchia villa De Mon!"
Colonnello: "Bene, allora sarà meglio fare una
ricognizione.
In
marcia! Tibbs!" intimò il vecchio cane
Colonnello.
Sergente
Tibbs: "Agli ordine Signore, io sono
pronto!"
Sergente
Tibbs si avvicinò alla cadente dimora.
Cautamente
guardò attraverso una polverosa finestra.
Sergente Tibbs: "Avevo ragione!
Cuccioli
dalmati. Ma... qui ce ne sono molto più di
quindici!" esclamò.
Infatti in
quel momento c'erano esattamente 99 cuccioli, oltre a due loschi individui,
Orazio e Gaspare, e alla terribile Crudelia De Mon che stava urlando.
Crudelia: "Finite questa notte!
Voglio
la mia pelliccia a macchie per domattina.
Mi avete capito?"
Sergente
Tibbs tornò indietro a riferire tutto a Colonnello che ci fece subito
recapitare il messaggio a Londra.
Pongo: "Peggy!
Hanno rintracciato i cuccioli nella vecchia villa De Mon a Suffolk."
Peggy: "Oh, Pongo!
Ma è così lontano e sta cominciando a nevicare. Dobbiamo partire subito!"
Nel
frattempo, Sergente Tibbs era tornato nella villa di Crudelia.
Fortunatamente,
Orazio e Gaspere erano troppo occupati a guardare la televisione per notare
Tibbs che stava chiamando.
Sergente Tibbs: "Psst! Psst! Cuccioli, venite con me. Presto! Se
volete salvare la pelle!"
Uno
a uno i cuccioli strisciarono un provvidenziale buco nel muro. Tibbs stava spingendo
fuori l'ultimo quando uno dei due malviventi li vide.
Gaspare:
"Orazio, stanno scappando!"
In
quel momento Peggy e io piombammo in casa. Azzannando e ringhiando, tenemmo
Orazio e Gaspare occupati mentre i cuccioli fuggivano nella gelida notte.
Poi,
ci rifugiammo tutti nella vecchia baracca di Colonnello, dove Peggy si accorse
di avere qualche dozzina di cuccioli in più.
Dopo
un pò domandò.
Peggy: "Ma perchè Crudelia voleva tanti cuccioli
Sergente Tibbs? Cosa ne voleva fare?"
Sergente
Tibbs: "Stava per farsi confezionare una pellicola con la loro pelle,
Peggy!" spiegò il simpatico gatto.
Peggy: "Ma è un demonio quella donna, una
strega!
Oh, Pongo che
cosa possiamo fare ora?"
Pongo:
"Dobbiamo portare tutti i cuccioli a Londra, in un modo o
nell'altro!"
Tibbs
rizzò un orecchio.
Sergente Tibbs: "Colonnello, un camion sta venendo. Orazio e Gaspare sono sulle nostre tacce!"
Colonnello: "Dobbiamo salvarli Sergente! Pongo, è meglio che prendiate la strada del
ritorno!"
Orazio
e Gaspare si scontrarono con i denti di Colonnello e mentre il vecchio cane
pastore li teneva a bada, Capitano, il cavallo, assestò ai due
malviventi un bel calcione facendoli volare entrambi fuori.
Orazio
e Gaspare tornarono allora da Crudelia.
Crudelia: "Imbecilli! Prendete il camion, io vi seguirò con l'automobile.
Dobbiamo assolutamente trovare quei cuccioli!"
Nello
stesso momento, noi avanzavamo faticosamente per strade di campagna ricoperte
di neve alla ricerca di un riparo.
Un
generoso cocker spaniel ci offrì rifugio in una calda stalla, ma
purtroppo non eravamo ancora in salvo!
Udimmo infatti il rumore del camion dei malviventi.
Peggy
era terrorizzata
Peggy: "Ci stanno cercando Pongo! Non so davvero come riusciremo a liberarci di loro, ho tanta paura!"
Il
caso volle che in quel momento i cuccioli cominciassero a giocare sopra un
mucchio di carbone.
Peggy
sussultò.
Peggy: "Guarda Pongo! Ora sono tutti neri!"
Pongo:
"Questa si che è un'idea! Ci rotoleremo
tutti nella polvere e saremo irriconoscibili. Crudelia non ci
avrà!"
Nel
frattempo, il cocker spaniel ci aveva procurato un passaggio per tornare a
Londra dentro un furgone. Peggy e io stavamo collocando i cuccioli nel veicolo
quando sopraggiunse Crudelia. Sfortunatamente, un fiocco di neve si posò
sul mio mantello e levò via la fuliggine. Crudelia mi riconobbe e
frenò.
Crudelia:
"Ecco i miei dalmati!"
Spinsi
l'ultimo cucciolo nel furgone e partimmo velocemente.
Crudelia: "Maledette bestiacce! Questa volta non mi sfuggirete!" si
mise a urlare Crudelia, ma, mentre sbraitava gesticolando, perse il controllo
dell'auto e andò... a sbattere contro un palo.
Crudelia
uscì dai rottami.
Crudelia:
"La mia pelliccia, la mia pelliccia a macchie nere se ne va per
sempre!"
Finalmente
eravamo salvi e ormai avviati sulla strada del ritorno.
Quella
sera stessa, Rudy, sentì raspare dietro la porta dell'ingresso.
Rudy: "Anita vieni a vedere" I cuccioli sono
tornati!"
Anita: "Oh, Rudy che meraviglia! Ma sono tanti. Che ne faremo di questi deliziosi
cagnolini?"
Rudy:
"Li terremo tutti quanti!" concluse Rudy soddisfatto.
Il
mio padrone era davvero felicissimo.
Subito
si sedette al pianoforte per comporre una canzone.
"Mamma!
Ho fame!"
Poi
disse:
Rudy:
"Guarda, 99 cuccioli. Aggiungi Pongo e Peggy e
fanno 101 dalmati.
Anita,
credo che dovremmo acquistare una grande casa in campagna e mettere su un
allevamento di cani dalmati.
Che
te ne pare? Sei d'accordo?"
Anita:
"Ottima idea caro.
Avremo
una casa comodissima dove i nostri cuccioli potranno correre e divertirsi tutto
il giorno."
Ed
è esattamente quello che abbiamo fatto.