I SERVIZI DI LOTTOGIGI

 

 

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La Carica dei 101

 

Questa è la storia della Carica dei 101.

Se vuoi, puoi leggere questo libro assieme a me.

Quando sentirai suonare un campanellino, così..., dovrai voltare pagina.

Ed ora, vogliamo cominciare?

 

Salve! Il mio nome è Pongo. Sono un cane dalmata. Si, uno di quei cani con le macchie. Vivo a Londra con il mio padrone, Rudy, un bravo ragazzo che trascorre le sue giornate a comporre canzoni. Ogni tanto, però, ci prendiamo un pò di svago andando nel parco a passeggiare.

E fu proprio nel parco, infatti, che io scoprii la mia anima gemella: Peggy, una splendida cagnolina dalmata. La sua padroncina era una deliziosa ragazza di nome Anita, ma Rudy non l'aveva neanche notata. Fui io a farli incontrare.

Un pomeriggio, tirando forte il guinzaglio, feci sì che ilo mio padrone inciampasse cadendo proprio addosso ad Anita.

Rudy: "Pongo, che cosa fai? Oh! Le chiedo scusa!"

E così, si potrebbe dire che sono stato io l'artefice del loro matrimonio. Molto presto infatti diventarono marito e moglie. Peggy e io non avremmo potuto essere più felici. Eravamo sempre indaffarati. Il nostro primo impegno fu quello di trasformare l'alloggio da scapolo di Rudy in una vera casa. Non era certo un compito facile. Fu per questo che venne assunta Nilla, cuoca e governante. Ben presto, quel posto diventò una casa perfetta per due giovani coppie sposate.

Finalmente, il grande giorno arrivò. Nilla, eccitatissima, corse in salotto.

Nilla: "Signora, signora venite! Sono nati i piccoli!"

Corremmo tutti in cucina, io in testa. Là c'era Peggy, la mia orgogliosa Peggy con quindici adorabili cucciolotti. A Rudy e io ci mettemmo a saltare dalla gioia.

Rudy: "Pongo! Vecchio mio, congratulazioni!"

Ma un forte colpo alla porta... interruppe la nostra festa. Nilla andò ad aprire e si trovò davanti una vecchia compagna di scuola di Anita, Crudelia De Mon.

 Anita: "Oh!... Oh, Rudy!

Ti sentirà!"

Peggy tremò.

Peggy: "Pongo! Non mi piace quella donna! Ho uno strano e brutto presentimento."

Crudelia entrò in cucina avvolta in un' ampia pelliccia.

Crudelia: "Anita carissima, ho sentito dire che i  tuoi dalmati stanno aspettando dei cuccioli. Voglio comprarli tutti, assolutamente!"

Quando vide i nostri piccoli rimase stupita.

Crudelia: "Oh, Anita! Ma... sono bastardi! Non hanno le macchie nere!"

Anita: "No, Crudelia. I dalmati nascono bianchi. Avranno le loro macchie fra poche settimane," spiegò la nostra padroncina!

Crudelia: "Bene. Li prenderò tutti!"

Rudy vide l'aria atterrita di Peggy.

Rudy: "No, non venderemo i nostri cuccioli! Non ne avrete uno!"

Crudelia sogghignò.

Crudelia: "Bene, tenetevi le vostre bestiole. Ma ve ne pentirete!"

Anita: "Oh!"

Le settimane seguenti passarono velocemente. I cuccioli crescevano e ben presto cominciarono ad apparire la prime macchie sul mantello.

Nilla si occupava di loro come un'orgogliosa nonnina. Ogni cucciolo era diverso dall'altro. Uno era sempre affamato, l'altro combinava guai, due di loro erano inseparabili e così via! Ma a tutti, indistintamente, piaceva moltissimo guardare la televisione. Il loro programma preferito era 'Fulmine il cane prodigio'. Ogni settimana i cuccioli applaudivano il loro eroe che assicurava un altro criminale alla giustizia.

Un pomeriggio d'inverno, Anita, Rudy, io e Peggy andammo a fare una passeggiata nel parco.

I cucciolo erano rimasti a casa sotto l'occhio vigile di Nilla. Mentre eravamo fuori, due loschi individui bussarono alla porta.

Orazio e Gaspere: "Scusi signora, siamo qui per il contatore dell'energia elettrica. Dobbiamo fare i controlli."

Nilla: "No! Oh, no! Non ci credo!" protestò Nilla, "Non potete entrare!"

Ma i due si introdussero in casa di prepotenza, imprigionarono Nilla in soffitta e rubarono tutti i cuccioli.

Nessuno, nemmeno la polizia, riuscì a risolvere il caso. I cuccioli sembravano introvabili. Peggy e io eravamo disperati.

Pongo: "Credo che tocchi a noi ora cercare di fare qualcosa," suggerii.

Al tramonto con il nostro latrato avvertimento dell'accaduto tutti i cani di Londra e dei villaggi vicini.

Il nostro messaggio passò da cane a cane per tutta la città e i dintorni. Era ormai tardi quando il richiamo giunse al villaggio di Suffolk e lì, in una vecchia casa, vivevano un cane pastore, Colonnello, un gatto, Sergente Tibbs, e un cavallo da guerra a riposo, Capitano.

Il cane fu il primo a svegliarsi.

Colonnello: "Mm! Ho capito è un allarme. Un ululato lungo, due brevi, un buhu e un bahau.

Quindi piccoli dalmati scomparsi!"

Sergente Tibbs, il gatto si fece attento.

Sergente Tibbs: "Colonnello, signore.

Due notti or sono ho udito un lamento di cuccioli nella vecchia villa De Mon!"

Colonnello: "Bene, allora sarà meglio fare una ricognizione.

In marcia! Tibbs!" intimò il vecchio cane Colonnello.

Sergente Tibbs: "Agli ordine Signore, io sono pronto!"

Sergente Tibbs si avvicinò alla cadente dimora.

Cautamente guardò attraverso una polverosa finestra.

Sergente Tibbs: "Avevo ragione!

Cuccioli dalmati. Ma... qui ce ne sono molto più di quindici!" esclamò.

Infatti in quel momento c'erano esattamente 99 cuccioli, oltre a due loschi individui, Orazio e Gaspare, e alla terribile Crudelia De Mon che stava urlando.

Crudelia: "Finite questa notte!

Voglio la mia pelliccia a macchie per domattina.

Mi avete capito?"

Sergente Tibbs tornò indietro a riferire tutto a Colonnello che ci fece subito recapitare il messaggio a Londra.

Pongo: "Peggy! Hanno rintracciato i cuccioli nella vecchia villa De Mon a Suffolk."

Peggy: "Oh, Pongo! Ma è così lontano e sta cominciando a nevicare. Dobbiamo partire subito!"

Nel frattempo, Sergente Tibbs era tornato nella villa di Crudelia.

Fortunatamente, Orazio e Gaspere erano troppo occupati a guardare la televisione per notare Tibbs che stava chiamando.

Sergente Tibbs: "Psst! Psst! Cuccioli, venite con me. Presto! Se volete salvare la pelle!"

Uno a uno i cuccioli strisciarono un provvidenziale  buco nel muro. Tibbs stava spingendo fuori l'ultimo quando uno dei due malviventi li vide.

Gaspare: "Orazio, stanno scappando!"

In quel momento Peggy e io piombammo in casa. Azzannando e ringhiando, tenemmo Orazio e Gaspare occupati mentre i cuccioli fuggivano nella gelida notte.

Poi, ci rifugiammo tutti nella vecchia baracca di Colonnello, dove Peggy si accorse di avere qualche dozzina di cuccioli in più.

Dopo un pò domandò.

Peggy: "Ma perchè Crudelia voleva tanti cuccioli Sergente Tibbs? Cosa ne voleva fare?"

Sergente Tibbs: "Stava per farsi confezionare una pellicola con la loro pelle, Peggy!" spiegò il simpatico gatto.

Peggy: "Ma è un demonio quella donna, una strega!

Oh, Pongo  che cosa possiamo fare ora?"

Pongo: "Dobbiamo portare tutti i cuccioli a Londra, in un modo o nell'altro!"

Tibbs rizzò un orecchio.

Sergente Tibbs: "Colonnello, un camion sta venendo. Orazio e Gaspare sono sulle nostre tacce!"

Colonnello: "Dobbiamo salvarli Sergente! Pongo, è meglio che prendiate la strada del ritorno!"

Orazio e Gaspare si scontrarono con i denti di Colonnello e mentre il vecchio cane pastore li teneva a bada, Capitano, il cavallo, assestò ai due malviventi un bel calcione facendoli volare entrambi fuori.

Orazio e Gaspare tornarono allora da Crudelia.

Crudelia: "Imbecilli! Prendete il camion, io vi seguirò con l'automobile. Dobbiamo assolutamente trovare quei cuccioli!"

Nello stesso momento, noi avanzavamo faticosamente per strade di campagna ricoperte di neve alla ricerca di un riparo.

Un generoso cocker spaniel ci offrì rifugio in una calda stalla, ma purtroppo non eravamo ancora in salvo!

Udimmo infatti il rumore del camion dei malviventi.

Peggy era terrorizzata

Peggy: "Ci stanno cercando Pongo! Non so davvero come riusciremo a liberarci  di loro, ho tanta paura!"

Il caso volle che in quel momento i cuccioli cominciassero a giocare sopra un mucchio di carbone.

Peggy sussultò.

Peggy: "Guarda Pongo! Ora sono tutti neri!"

Pongo: "Questa si che è un'idea! Ci rotoleremo tutti nella polvere e saremo irriconoscibili. Crudelia non ci avrà!"

Nel frattempo, il cocker spaniel ci aveva procurato un passaggio per tornare a Londra dentro un furgone. Peggy e io stavamo collocando i cuccioli nel veicolo quando sopraggiunse Crudelia. Sfortunatamente, un fiocco di neve si posò sul mio mantello e levò via la fuliggine. Crudelia mi riconobbe e frenò.

Crudelia: "Ecco i miei dalmati!"   

Spinsi l'ultimo cucciolo nel furgone e partimmo velocemente.

Crudelia: "Maledette bestiacce! Questa volta non mi sfuggirete!" si mise a urlare Crudelia, ma, mentre sbraitava gesticolando, perse il controllo dell'auto e andò... a sbattere contro un palo.

Crudelia uscì dai rottami.

Crudelia: "La mia pelliccia, la mia pelliccia a macchie nere se ne va per sempre!"

Finalmente eravamo salvi e ormai avviati sulla strada del ritorno.

Quella sera stessa, Rudy, sentì raspare dietro la porta dell'ingresso.

Rudy: "Anita vieni a vedere" I cuccioli sono tornati!"

Anita: "Oh, Rudy che meraviglia! Ma sono tanti. Che ne faremo di questi deliziosi cagnolini?"

Rudy: "Li terremo tutti quanti!" concluse Rudy soddisfatto.

Il mio padrone era davvero felicissimo.

Subito si sedette al pianoforte per comporre una canzone.

"Mamma! Ho fame!"

Poi disse:

Rudy: "Guarda, 99 cuccioli. Aggiungi Pongo e Peggy e fanno 101 dalmati.

Anita, credo che dovremmo acquistare una grande casa in campagna e mettere su un allevamento di cani dalmati.

Che te ne pare? Sei d'accordo?"

Anita: "Ottima idea caro.

Avremo una casa comodissima dove i nostri cuccioli potranno correre e divertirsi tutto il giorno."

Ed è esattamente quello che abbiamo fatto.

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