I
SERVIZI DI LOTTOGIGI
STAI
ASCOLTANDO Walthdisney, Il re_leone
Il
re leone
Ogni
mattina, quando il sole spunta all'orizzonte, un gigantesco sperone roccioso
cattura i primi raggi di luce. E'
Una
mattina, tutti gli animali provenienti da ogni angolo della Terra del Branco si
erano radunati alla Rupe dei Re per onorare la nascita del loro primogenito
Simba.
Io
presi parte alla cerimonia con un compito speciale. Spaccai in due una zucca,
vi immersi il dito e feci un segno sulla fronte di Simba.
Quindi
sollevai in alto il futuro re perchè tutti potessero vederlo.
Gli
elefanti fecero squillare le loro proboscidi come trombe, le scimmie
saltellarono su e giù e le zebre batterono con gioia i loro zoccoli sul
terreno.
Non
lontano dal luogo della cerimonia, in una caverna dietro
Scar: "La vita a volte è ingiusta, non è
vero? Guarda me. Io non diventerò mai re."
Era
Scar, il fratello di Mufasa, geloso della posizione di Simba quale futuro
successore al trono.
Pochi
istanti dopo, Mufasa giunse all'ingresso della caverna.
Mufasa:
"Sarabi e io non ti abbiamo visto alla presentazione di Simba."
Comparve
anche Zazu, il fidato consigliere di Mufasa.
Zazu:
"Come fratello del re avresti dovuto essere in prima fila."
Scar:
"Be', ero io il primo della fila finché non è nato quel
micio spelacchiato." Detto questo, Scar uscì sprezzante dalla
caverna.
In
poco tempo, Simba divenne un leoncino robusto e giocherellone.
Una
mattina presto, lui e Mufasa salirono sulla sommità della Rupe dei Re.
Mentre osservavano il sorgere del sole, Mufasa indicò i raggi che
andavano illuminando
Mufasa:
"Guarda, Simba. Tutto ciò che è
illuminato dal sole è il nostro regno."
Simba
percorse l'orizzonte con lo sguardo e notò in lontananza una macchia
scura.
Simba:
"Ed i posti all'ombra, allora?"
Mufasa: "Quelli sono oltre i nostri confini. Non ci devi mai andare, Simba."
Simba:
"Ma credo che un re potesse fare ciò che vuole."
Mufasa: "Oh!
Essere re vuol dire molto di più che fare quello che vuoi. Tutto
ciò che vedi coesiste grazie a un delicato equilibrio. Come re, devi
capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica
alla saltellante antilope. E così siamo tutti collegati nel grande
cerchio della vita."
Più
tardi rimasto solo, Simba incontrò Scar.
Simba: "Ehi, zio Scar, indovina? Io sarò il Re della Rupe dei Re. Il mio papà
mi ha appena fatto vedere tutto il regno. Ed io lo
comanderò tutto quanto."
Scar
guardò astutamente il cucciolo di leone.
Scar:
"Ti ha fatto vedere cosa c'è dietro l'altura del confine
Nord?"
Simba: "Be', lì no. Ha detto che non ci posso andare."
Scar: "Una decisione assolutamente sensata. E' troppo pericoloso. Solo i leoni più coraggiosi
ci possono andare."
Simba:
"Io sono coraggioso!"
Scar:
"Fammi un favore, promettimi di non andare mai in quell'orribile
posto."
Quando
Simba tornò a casa, vi trovò la sua amica Nala e la madre di lei,
Sardina, venute a far visita a Sarabi.
Simba: "Ehi, Nala!
Vieni! Ho appena saputo di un posto fantastico."
Le
madri diedero ai due cuccioli il permesso di uscire, a patto che con loro ci
fosse anche Zazu.
Simba
e Nala si misero a correre per
Liberatisi
di Zazu, i cuccioli cominciarono a giocare alla lotta.
Nala,
con una finta, prese Simba alle spalle e lo atterrò. Insieme ruzzolarono
giù per un pendio finendo in un oscuro crepaccio pieno di teschi e ossa
di elefante.
Simba
e Nala: "Wow!"
Simba
si guardò intorno e trasalì.
Simba: "Ci siamo! Ce l'abbiamo fatta!"
Ma
prima che i cuccioli potessero iniziare l'esplorazione, furono raggiunti da
Zazu.
Zazu:
"L'unica cosa che vedrete adesso, sarà l'uscita di questo
posto!"
Simba:
"Oh, accidenti!"
Zazu:
"Avete superato largamente i confini della Terra del Branco!"
Simba:
"Guarda, becco di banana ha paura!"
D'un
tratto tre iene sbucarono fuori
dagli occhi di un teschio di elefante. Spaventati, Simba, Zazu e Nala fecero
balzo indietro.
Erano
Banzai, il suo compare Shenzi e lo sghignazzante Ed.
Banzai
ridacchiò.
Banzai:
"Un tiro di trasgressori."
Zazu
cercò di portare i cuccioli in salvo, ma Banzai lo afferrò per le
penne della coda e lo bloccò a terra. Le iene circondarono le loro prede
leccandosi i baffi.
Zazu:
"E' ora di andare!"
Shenzi: "Che fretta c'è? Saremo molto felici di avervi per
cena."
Ed:
"Già!"
Mentre
le iene discutevano su chi mangiare prima, Simba, Nala e Zazu sgusciarono via
quatti quatti. Ma le iene non rimasero distratte a lungo. Si misero al loro
inseguimento costringendo Simba e Nala a correre a più non posso. Alla
fine i cuccioli tentarono di nascondersi in mezzo ad alcune ossa d'elefante. Ma
inutilmente!
E
proprio quando per i due sembrava essere giunta la fine, comparve Mufasa che
con una zampata mandò le tre iene zampe all'aria.
Mufasa:
"Se vi avvicinerete di nuovo a mio figlio... "
Le iene
sgusciarono via con la coda tra le zampe e Mufasa guardò Simba.
Simba:
"Papà, io... "
Mufasa: "Hai disobbedito a tuo padre! Mi hai molto deluso."
Mufasa
mandò a casa Nala e Zazu per poter parlare da solo con suo figlio. Simba
sbirciò su verso suo padre.
Simba:
"Stavo solo cercando di essere coraggioso come te."
Mufasa:
"Simba, essere coraggiosi non significa andare in cerca di guai."
Simba: "Papà? Siamo amici, vero?
E staremo sempre insieme, vero?"
Mufasa
guardò il cielo stellato.
Mufasa: "Simba, lascia che ti dica una cosa che mio
padre disse a me. Guarda le
stelle. I grandi re del passato ci guardano da quelle stelle. Perciò
quando ti senti solo, ricordati che quei re saranno sempre lì per
guidarti. E ci sarò anche io."
Nel
frattempo le iene ricevettero la visita di Scar che, adirato, emerse dal buio
della loro tana.
Scar:
"Vi avevo consegnato quei cuccioli su un vassoio d'argento e non siete
stati capaci di sistemarli a dovere."
Ed: "Be', sai!
Non è che quei cuccioli fossero proprio soli, Scar."
Banzai
sghignazzò.
Banzai:
"Già, cosa potevamo fare, uccidere Mufasa?"
Scar
lo fulminò con lo sguardo.
Scar:
"Esattamente."
Il
giorno seguente, Scar invitò Simba ad accompagnarlo nella gola. Quando
vi giunsero, Scar si voltò verso il suo giovane
nipote.
Scar: "Ora aspetta qui. Tuo padre ha una magnifica sorpresa per te."
Simba:
"Oh, che cos'è?"
Poco
dopo averlo lasciato, Scar ordinò alle iene di lanciarsi contro un
branco di gnu, per spingerlo verso Simba.
Da
lontano, Mufasa notò il polverone sollevato dagli animali in fuga. Scar
comparve al suo fianco.
Scar: "Mufasa!
La mandria è impazzita! Nella gola! Ho visto Simba
laggiù!"
Mufasa:
"Simba!"
Senza
aspettare un secondo, Mufasa si lanciò in soccorso del figlio.
Mufasa
balzò giù nella gola lanciandosi in una corsa forsennata contro
il tempo.
Trovò
Simba e lo afferrò, mettendolo in salvo su una vicina sporgenza rocciosa
un attimo prima che il branco degli animali arrivasse a travolgerlo. Quindi
venne investito dalla valanga impazzita degli gnu.
Simba:
"Papà!"
Disperatamente
cercò di issarsi su uno sperone roccioso sopra il quale c'era Scar che
lo stava guardando.
Mufasa:
"Fratello, aiutami!"
Scar
si protese verso Mufasa, lo tirò a sé quanto bastò per
sussurrargli all'orecchio.
Scar:
"Lunga vita la re!"
Quindi
lasciò la presa, facendo precipitare Mufasa verso la morte. Simba
guardò oltre la sporgenza di roccia proprio nell'attimo in cui il padre
veniva travolto dagli animali in fuga.
Più
tardi, Scar trovò Simba che singhiozzava accucciato accanto al corpo
senza vita di suo padre.
Simba: "E' stato un incidente. Non l'ho fatto apposta."
Scar: "Ma il re è morto. E se non fosse stato per te, sarebbe ancora vivo. Che cosa
penserà tua madre?
Simba
singhiozzò più forte.
Simba:
"Che cosa posso fare, adesso?"
Scar: " Devi scappare, Simba.
Scappa,
scappa lontano e tornare mai più."
Simba
fece come gli venne detto, senza sapere che suo zio aveva già dato
ordine alle iene di ucciderlo.
Scar
tornò alla Rupe dei Re per prendere possesso del trono.
Nel
frattempo Simba era addentrato nella savana senza cibo né acqua. E non
passò molto tempo che si accasciò esamine al suolo sotto il sole
infuocato.
Mentre
gi avvoltoi volteggiavano sopra la sua testa, un fococero dal grande cuore, di
nome Pumbaa, si avvicinò al cucciolo di leone e si rivolse al suo fidato
amico Timon, una mangusta dalla parlantina facile.
Pumbaa: "E' carino, e tutto solo. Possiamo tenerlo?"
Timon: "Pumbaa, ma sei impazzito? Stiamo parlando di un leone! I leoni
mangiano quelli come noi!"
Ma
Pumbaa senza dargli retta, lo prese e lo portò in salvo.
Quando
Simba si svegliò, il primo pensiero che lo colpì fu la morte di
suo padre. Timon gli insegnò allora l'Hakuna Matata, un motto che
significa "bando alle preoccupazione":
Timon:
"Allora, devi sempre lasciare il passato dietro di te."
E
questo fu esattamente ciò che fece Simba. E rimase nella giungla con
Pumbaa e Timon per molto, molto tempo, finché non diventò un
leone grande e grosso.
Ma
alla fine gli venne una grande nostalgia del branco.
Una
notte, mentre guardava il cielo stellato, si ricordò le parole che suo
padre gli aveva detto tanto tempo prima.
Mufasa: "I grandi re del passato ci guardarono da
quelle stelle. Perciò
quando ti senti solo, ricordati che quei re saranno sempre lì per
guidarti. E ci sarò anch'io."
Il
giorno seguente, Pumbaa venne sorpreso e inseguito da una leonessa. Simba accorse in suo aiuto. Ma la leonessa ebbe facilmente ragione
anche di lui, atterrandolo con una finta. Fu in quel momento che Simba la
riconobbe.
Simba: "Nala? Sei proprio tu?"
Nala: "Perchè non sei tornato alla Rupe dei Re? Tu sei il re!"
Simba: "Nala, te l'ho già detto, non sono io ilo
re. Scar è il re."
Nala:
"Simba, lui ha permesso alle iene di impossessarsi delle Terre del
Branco."
Simba:
"Che cosa?"
Nala: "Non c'è più cibo, non c'è
più acqua. Simba, se non farai qualcosa moriranno tutti di
fame."
Simba:
"Non posso tornare."
Nala:
"Perchè?"
Simba
gridò rivolto al cielo.
Simba: "Avevi detto che mi saresti stato sempre vicino! Ma non è così. E' stata colpa mia! E' stata tutta colpa mia!"
Simba
non si sentiva capace di sfidare Scar, così rimase nella giungla con
Nala e i suoi amici.
Ma
io sapevo che per Simba era venuto il tempo di occupare il suo posto nel
cerchio della vita e mi diressi verso la giungla.
Quando
Simba mi vide, rimase sorpreso.
Simba:
"Ma chi sei?"
Rafiki:
"L a domanda è chi sei tu?"
Simaba: "Credevo di saperlo. Ora non ne sono più tanto
sicuro."
Rafiki: "Be', io so chi sei. Sei il figlio di Mufasa!"
Simba:
" Lui è morto."
Rafiki: "E' vivo! E
io te lo farò vedere. Segui il vecchio Rafiki. Lui
conosce la strada, vieni!"
Guidai
Simba fino allo specchio di una sorgente.
Quando
guardò nell'acqua, vide un leone.
Simba: "Quello non è mio padre. E'solo la mia immagine."
Rafiki: "No.
Guarda con attenzione. Vedi, lui vive in te."
Magicamente
apparve lo spirito di Mufasa.
Mufasa:
"Simba... "
Simba:
"Padre!"
Mufasa: "Guarda dentro te stesso, Simba. Tu sei molto più di quello che sei diventato. E
devi prendere il tuo posto nel cerchio della vita.
Incoraggiato
dalle parole di suo padre, Simba s'incamminò verso
Quella
che vide arrivando era una terra arida e solata: le iene ne avevano il pieno
controllo. In quel momento Scar stava urlando contro la madre di Simba. Sarabi
si girò verso Scar.
Sarabi:
"Dobbiamo lasciare
Scar:
"Non andiamo da nessuna parte!"
Sarabi: "In questo modo ci stai
condannando a morte!"
Scar: "Io sono il re. Posso fare ciò che voglio!"
Sarabi:
"Se valessi solo la metà di quanto valeva Mufasa... "
Scar:
"Io valgo dieci volte di più di Mufasa!"
Di
colpo un lampo illuminò
Scar
fece un balzò indietro.
Sca:
"Simba?! Simba! Sono un pò sorpreso di
vederti... ancora vivo."
Simba:
"Dammi solo una buona ragione
perchè non dovrei farti a pezzi."
Ma
Simba fu costretto da Scar4 a confessare di fronte a tutti i leoni di essere
stato lui a causare la morte di suo padre. Scar singhizzò.
Scar: "Oh, Simba, sei di nuovo nei guai. Ma questa volta non c'è il tuo paparino a salvarti.
E ora tutti quanti sanno perchè."
Simba:
"Oh!"
Cadde
un altro fulmine e appiccò ilo fuoco alla sterpaglia secca della Terra
del Branco. Simba scivolò nel ripido pendio.
Pregustando
la sua fine, Scar gli confessò di essere stato lui ad uccidere suo
padre. Con uno0 sforzo immane Simba riuscì ad issarsi sulla rupe e si
lanciò contro Scar, mentre Nala e le altre leonesse si univano in
battaglia disperdendo le iene.
Senza
più via di scampo, Scar supplicò suo nipote.
Scar: "Oh, Simba, grazie! Mi farò perdonare, te lo prometto.
Come posso sdebitarmi con te?"
Simba:
"Vattene, vattene Scar e tornare mai più."
Zoppicando
vistosamente, Simba raggiunse la sommità della Rupe dei Re e
lanciò un possente ruggito mentre guardava quello che era ilo suo regno.
Non passò molto tempo che
Dopo
aver fatto un segno sulla fronte del cucciolo, lo sollevai in alto
perchè tutti nel regno potessero vederlo.